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sab 07 set

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Cascina San Mamete

Concerto in Cascina San Mamete

Nella suggestiva Cascina di San Mamete (di solito chiusa al pubblco) un concerto gratuito di archi col quartetto Amistà. Segue Aperitivo

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Concerto in Cascina San Mamete
Concerto in Cascina San Mamete

Orario & Sede

07 set 2024, 17:00 – 19:00

Cascina San Mamete, Via Bovisasca 125, 20161 Milano MI, Italia

L'evento

In collaborazione con i residenti nella Cascina S.Mamete l'associazione amici della Bovisasca ha organizzato un concerto di archi per Sabato 7 settembre alle ore 17 seguirà aperitivo.

Ricordiamo che domenica 8 ci sarà la festa di S.Mamete presso la chiesetta.

Prima e dopo il concerto avrete modo di ammirare l’interno della cascina che, essendo ora proprietà privata, normalmente è chiuso al pubblico. Ci sono ancora diversi gelsi che in passato servivano come nutrimento per i bachi da seta allevati dai contadini. Tuttora sono visibili, sopra l’ingresso, la parte padronale, le ex-abitazioni dei contadini ristrutturate, i fienili e le stalle ora trasformate in box.  È una tipica cascina lombarda del XVI secolo a corte chiusa, con struttura a quadrilatero. 

Fu ricovero di infetti durante la peste del 1630 e caserma militare nel periodo napoleonico a fine 1700. 

Cascine come la nostra di S.Mamete erano diffuse in tutta la pianura padana, erano prevalentemente a pianta quadrangolare con abitazioni da un lato e stalle, fienili, pozzo, forno, caseificio. Erano gestite dal fittavolo e le più grandi avevano anche artigiani. La cascina lombarda ha avuto una grande importanza storica nella cultura della nostra regione perché, nella civiltà agricola, è stata strumento di organizzazione della vita della società contadina; antesignana del modello residenziale cittadino dell'Ottocento borghese, e della fabbrica, nell'era industriale. La sua struttura edilizia a quadrilatero, con la casa padronale su di un lato (la parte nobile volta verso l'esterno), le abitazioni dei contadini, i fienili, le stalle ed i granai a perimetro, ed al centro l'aia come luogo di vita collettiva, oltre che di lavoro; le porte di accesso che si sprangavano di notte per evitare oltre che sgradite visite dall'esterno anche il peregrinare per osterie da parte dei lavoratori che vi abitavano.

Il tutto rappresentava un vero e proprio nucleo sociale organizzato, basato sulla "mescolanza dei ceti e delle attività lavorative": un modello che impronterà la vita nei palazzi cittadini, quando i proprietari delle terre, a far tempo dalla metà del Settecento, cominciarono a trasferirsi dalla campagna contribuendo a costruire la città moderna.

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